Le MGF sono una violazione dei diritti umani che interessa globalmente almeno 230 milioni di donne. Le ricercatrici Patrizia Farina (Milano-Bicocca) e Livia Ortensi (Bologna), che hanno condotto lo studio insieme ad Alessio Menonna (Fondazione Ismu) nell'ambito del Progetto DORA, hanno evidenziato una significativa riduzione della pratica tra le giovani rispetto alle donne adulte in molti Paesi.
In Italia, al 1° gennaio 2023, si stimano 88.500 donne over 15 che hanno subito le MGF, la stragrande maggioranza delle quali (98%) è nata all'estero. La prevalenza maggiore si osserva nella fascia d'età over 50 e decresce con la riduzione dell'età. Le comunità più coinvolte in termini assoluti sono quelle egiziana, nigeriana ed etiope. L'incidenza è particolarmente alta tra le donne somale (97,8%), sudanesi (90,8%) e guineane (91,5%). Inoltre, circa 16.000 bambine sotto i 15 anni in Italia sono considerate a rischio.
Paola Crestani, Presidente di Amref Italia, ha sottolineato l'importanza del dialogo all'interno delle comunità per promuovere il cambiamento, citando l'esperienza del progetto Y-ACT, che coinvolge giovani con background migratorio nel rompere il tabù delle MGF attraverso incontri e discussioni. Ha rimarcato che il dialogo con le comunità e gli operatori è l'unica via, rafforzata dai dati della ricerca, ma incoraggiante data la diminuzione della pratica tra le nuove generazioni.
L'evento di formazione e sensibilizzazione "MGF Nuove stime e nuove generazioni" è stato aperto dalle autorità. Diana De Marchi, Consigliera della Città Metropolitana di Milano, ha invocato una "strategia coordinata" tra istituzioni, associazioni e sanità per contrastare questa "violenza di genere e violazione dei diritti umani". Elena Buscemi, Presidente del Consiglio comunale, ha evidenziato come le pratiche lesive della dignità umana siano presenti anche in Italia, spesso affrontate con silenzio, e ha sottolineato il dovere delle istituzioni di sostenere il dialogo, la sensibilizzazione e l'assistenza sanitaria. Maria Carmela Rozza, Consigliera regionale, ha espresso gratitudine alle associazioni, riconoscendo che i dati attuali evidenziano la crucialità del "lavoro dal basso" per i cambiamenti sociali e culturali.
I fattori che proteggono dalle MGF, che saranno dettagliati nella ricerca in prossima pubblicazione, includono un alto livello di istruzione, l'anzianità migratoria, il Paese di nascita, il non aver subito la pratica, e l'appartenenza alla seconda generazione.
Le nuove generazioni sono state centrali nell'evento, con la partecipazione di ragazze del progetto Y-Act (cofinanziato prima dall'UE e ora da MSD), che mira a prevenire le MGF coinvolgendo i giovani. Esraa Newir, una delle partecipanti, ha ribadito con forza che le MGF non sono un problema lontano, ma presente nelle comunità locali. Ha sottolineato che l'obiettivo del progetto è stato "aprire porte", ascoltare e accogliere, affinché le donne che hanno subito le MGF possano trovare la libertà di raccontarsi e trasformare il dolore in forza.
Giancarlo Santone, Direttore del Centro SaMiFo della ASL Roma1, ha presentato le attività del servizio sanitario territoriale della Regione Lazio per l'assistenza ai migranti forzati, includendo il "passaporto della salute", un documento multilingue per la prevenzione delle MGF attraverso le nuove generazioni. Un prossimo evento di rilievo sul tema si terrà a Roma l'8 novembre.



