Settembre 2025

 Nel mondo della medicina, la minaccia della resistenza agli antibiotici si sta facendo sempre più concreta. I batteri, con la loro incredibile capacità di adattamento, stanno rendendo inefficaci molti dei nostri farmaci più potenti. Questo problema è così grave che, in alcuni casi, le infezioni comuni sono tornate a essere una minaccia mortale.

Quali sono le cause del problema?
L'antibiotico-resistenza è un fenomeno complesso, ma le sue cause principali possono essere ricondotte a due fattori chiave:
L'evoluzione naturale. I batteri si moltiplicano molto velocemente e, come tutti gli organismi, sono soggetti a mutazioni genetiche. Alcune di queste mutazioni possono conferire a un batterio una maggiore capacità di sopravvivere in presenza di un antibiotico. Quando somministriamo un antibiotico, i batteri sensibili vengono uccisi, ma quelli resistenti (anche se all'inizio sono molto pochi) sopravvivono, si moltiplicano e tramandano la resistenza attraverso i loro geni di. È un processo di selezione naturale accelerato.

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Just a few months after the European Commission's proposal for the next Multiannual Financial Framework, which includes the 10th Framework Programme (FP10) for research and innovation, signs of potentially significant changes are emerging, as highlighted by Florin Zubașcu in a recent article published by ScienceBusiness. The amendments by the Council of Europe raise doubts about the future of two fundamental pillars of Horizon Europe: the Widening programme and the criterion of scientific excellence.

The issue is particularly sensitive because key decisions could be made not by research-specialized diplomats, but by an "ad hoc working party" composed of representatives from finance ministries. This deviation from the usual process, which involves the "working party on research," raises concerns among experts.

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In response to the profound green and digital transitions shaping the European Union, a significant new partnership has been forged. EIT Culture & Creativity, the European institute dedicated to the cultural and creative sectors, and the New European Bauhaus (NEB), an initiative focused on making the Green Deal a tangible cultural experience, have joined forces. This collaboration is founded on the core principles of sustainability, inclusion, and beauty.

The partnership is being brought to life through three pilot initiatives designed to foster a more competitive and cohesive European innovation landscape:

NEB Academy: A feasibility study is underway to establish a long-term model for the NEB Academy. Its objective is to equip the construction sector workforce with enhanced skills for sustainable and inclusive practices. EIT Culture & Creativity will lend its expertise in entrepreneurship and creative methodologies to ensure the Academy's strategic development and maximize its impact.

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Un paese fragile: la fotografia del rischio idrogeologico

L'Italia è un territorio magnifico ma fragile, dove la bellezza del paesaggio convive con un'elevata vulnerabilità a frane e alluvioni. La crisi climatica, con i suoi eventi meteorologici sempre più estremi, non fa che acuire questa fragilità. A certificarlo è l'ultimo Rapporto sul dissesto idrogeologico dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che dipinge un quadro preoccupante: il 94,5% dei comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera. La superficie nazionale classificata a pericolosità da frana è aumentata del 15% rispetto al 2021, raggiungendo il 23% del totale. Non si tratta di numeri astratti, ma di una minaccia concreta per 5,7 milioni di persone e per decine di migliaia di edifici e imprese. Di fronte a questa emergenza, la risposta si sta articolando su due fronti complementari e sinergici: da un lato, la tecnologia avanzata dello Stato, con nuove mappe digitali ad altissima risoluzione; dall'altro, la capillare vigilanza dal basso, grazie alla "scienza dei fiumi" praticata dai cittadini.

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Nella biologia della conservazione, il monitoraggio delle specie animali è sempre stata un'impresa complessa, spesso invasiva e dispendiosa. Immaginate spedizioni in habitat remoti per installare fototrappole, lunghe ore di osservazione o la cattura di esemplari rari per raccogliere dati, con un enorme dispendio di tempo, fondi e un potenziale disturbo per gli animali stessi. Oggi, una tecnologia sta rivoluzionando questo campo, trasformando gli scienziati in veri e propri "detective molecolari": il DNA ambientale, o eDNA. L'idea è tanto semplice nella sua concezione quanto potente nella sua applicazione: invece di cercare l'animale, si cercano le sue tracce genetiche invisibili.

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Uno studio rivoluzionario condotto dal "Centro Dino Ferrari" dell'Università degli Studi di Milano e della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, coordinato dalla Prof.ssa Stefania Corti e dal Prof. Dario Ronchi, ha portato a una scoperta cruciale per la lotta contro l'Atrofia Muscolare Spinale (SMA). La ricerca, pubblicata su Neurology Genetics, ha individuato e analizzato varianti genetiche rare in pazienti affetti da questa grave malattia neuromuscolare.

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La Chlamydia trachomatis (CT) è un batterio intracellulare che causa una delle infezioni a trasmissione sessuale (IST) più diffuse al mondo. Ciò che la rende pericolosa e la fa rientrare nell'accezione di "epidemia silenziosa" è che la maggior parte delle persone infette non manifesta sintomi evidenti. Questa assenza di segnali d'allarme rende la diagnosi precoce molto difficile e, se non curata in tempo, l'infezione può causare danni permanenti.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno si verificano circa 127 milioni di nuovi casi di infezione da Chlamydia a livello globale, rendendola l'IST batterica più comune. Le conseguenze, se non trattate, possono essere molto serie. Nelle donne, l'infezione può ascendere dalla cervice all'alto tratto genitale, causando la malattia infiammatoria pelvica (PID), che può danneggiare le tube di Falloppio e portare a dolore pelvico cronico, gravidanze ectopiche e infertilità. Negli uomini, può causare uretrite (infiammazione dell'uretra) e, in circa il 10-30% dei casi non trattati, può evolvere in epididimite, un'infiammazione dell'epididimo che, seppur raramente, può portare a problemi di fertilità.

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Un team di ricerca internazionale, guidato dall'Università di Padova e dal Cnr-Ibbc, ha sviluppato un nuovo anticorpo sperimentale che offre un doppio beneficio nel trattamento del glioblastoma, il tumore cerebrale più aggressivo.

Pubblicato sulla rivista scientifica «Cell Communication and Signaling», lo studio dimostra che questo anticorpo, chiamato abEC1.1, non solo è efficace nel rallentare la crescita del tumore, ma riduce anche l'iperattività cerebrale che spesso provoca crisi epilettiche nei pazienti.

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In un'era in cui l'Intelligenza Artificiale (AI) sta trasformando ogni aspetto della nostra vita, la sanità non fa eccezione. Un recente studio condotto dall'Università di Göteborg e guidato dal dottor Sam Polesie ha messo in luce un risultato sorprendente: un semplice modello di AI è stato in grado di eguagliare le performance di dermatologi esperti nella valutazione dell'aggressività del carcinoma a cellule squamose, il secondo tumore della pelle più comune in Svezia. Questo progresso suggerisce un futuro in cui l'AI potrebbe diventare uno strumento prezioso per la diagnosi e la gestione dei tumori cutanei.

Il dilemma della diagnosi preoperatoria
Ogni anno, migliaia di persone sviluppano un carcinoma a cellule squamose. Questo tumore, strettamente legato all'esposizione cumulativa ai raggi UV, si manifesta spesso nelle aree del corpo più esposte al sole, come testa e collo. Mentre la diagnosi di per sé è relativamente semplice, la vera sfida risiede nella valutazione preoperatoria del tumore. Determinare la sua aggressività è cruciale per pianificare l'intervento chirurgico, decidere l'ampiezza dei margini di escissione e stabilire le priorità.

Pubblicato in Medicina

 



Syphilis, a sexually transmitted infection (STI) caused by the bacterium Treponema pallidum (F.Schaudinn-E.Hoffmann), continues to pose a significant global public health challenge. For decades, the standard treatment for early syphilis—which includes primary, secondary, and early latent syphilis—has been an intramuscular injection of benzathine penicillin G. The recommended therapy involves a single dose for primary and secondary syphilis, while three doses, administered a week apart, are often prescribed for early latent syphilis.

However, a recent clinical study has raised important questions about this practice. Published on September 3, 2025, in the New England Journal of Medicine, the study titled "One Dose versus Three Doses of Benzathine Penicillin G in Early Syphilis" explored the comparative effectiveness of a single injection versus the three-dose regimen in treating early latent syphilis.

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