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Ricerca sul sistema nervoso periferico: Guido Cavaletti è il primo italiano a vincere il premio Alan J. Gebhart
30 Giu 2020 Scritto da Università di Milano Bicocca
È andato a Guido Cavaletti, prorettore alla Ricerca e docente di Anatomia umana dell’Università di Milano-Bicocca, il premio Alan J. Gebhart per l’eccellenza nella ricerca sul sistema nervoso periferico, conferito dalla Peripheral Nerve Society (PNS) nell’ambito del meeting annuale, che per questa edizione, nel rispetto delle regole anti-Covid, si svolge in videoconferenza dal 27 al 30 giugno.
Istituito nel 2016, il prestigioso riconoscimento è stato assegnato per la prima volta a uno scienziato italiano da parte della PNS, l’organizzazione internazionale no-profit che raggruppa scienziati, medici e altri operatori sanitari impegnati nello studio e nella cura delle malattie del sistema nervoso periferico.
Il premio, la cui parte economica verrà interamente devoluta alla ricerca, è stato attribuito per il contributo fornito allo studio delle neuropatie da agenti tossici, con particolare riferimento agli effetti collaterali della chemioterapia antineoplastica, che rappresenta uno dei fattori limitanti più gravi per molti tipi di trattamento.
I polifenoli riducono gli effetti dannosi delle sigarette elettroniche
26 Giu 2020 Scritto da Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Cnr (Cnr-Ispaam)
Formazione di addotti a partire da EGCG e altri polifenoli con la molecola tossica MGO. Riquadro in basso: specie tossiche presenti nell’aerosol di una e-cig.
La loro aggiunta al liquido delle e-cig permette di ridurre fino al 99.6% la concentrazione di molecole tossiche come la formaldeide, prodotte dalla degradazione di glicerolo e glicole propilenico. La ricerca, che prende spunto da analoghi studi nel campo della chimica degli alimenti, è stata condotta da ricercatori dell’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Cnr, in collaborazione con le Università britanniche di Abertay, St Andrews e Nottingham pubblicata su RSC Advances
L’utilizzo di sigarette elettroniche (e-cig) costituisce un dibattuto problema di salute pubblica perché, ad oggi, manca una completa valutazione del rischio: nonostante contengano sostanze tossiche e cancerogene in minor quantità e concentrazione rispetto al fumo di tabacco, i dati disponibili nel breve intervallo temporale dalla recente introduzione di questi dispositivi dimostrano come il fumo da e-cig contenga molecole tossiche derivanti dalla degradazione termica degli additivi presenti nei liquidi di alimentazione, il glicole propilenico e il glicerolo, benché in quantità minori rispetto alle sigarette convenzionali.
La possibilità di modificare la composizione di tale liquido per ridurne la tossicità è una via finora poco esplorata. I ricercatori del Laboratorio di proteomica e spettrometria di massa dell’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispaam), insieme ai colleghi delle Università britanniche di Abertay, St Andrews e Nottingham, hanno utilizzato i polifenoli, molecole organiche naturali costituite da uno o più anelli aromatici (fenoli), per limitare e controllare la formazione di formaldeide, acetaldeide e altri carbonili, sostanze tossiche per le cellule del cavo orale, bronco-alveolare e/o polmonari. Lo studio è stato pubblicato su RSC Advances.
Covid-19: possibili rischi per i pazienti trattati con gli interferoni, proteine del sistema immunitario
26 Giu 2020 Scritto da Università di Milano Bicocca
Gli interferoni di tipo tre, proteine prodotte durante la risposta immunitaria a virus come quello dell’influenza o Sars-Cov-2, possono provocare danni a livello polmonare: la possibilità di somministrarli ai pazienti affetti da Covid-19, suggerita da alcuni recenti sperimentazioni cliniche, deve essere, pertanto, valutata con grande attenzione e cautela.
A questa conclusione giunge lo studio “Type III interferons disrupt the lung epithelial barrier upon viral recognition”, appena pubblicato su Science (DOI: https://doi.org/10.1126/science.abc3545), nato dalla collaborazione internazionale tra il Professor Ivan Zanoni e la Dottoressa Benedetta Sposito dell’Università degli studi di Milano-Bicocca, i Dottori Achille Broggi e Sreya Ghosh della Harvard Medical School, l’Ospedale San Raffaele e il centro di Ricerca Humanitas di Milano.
I ricercatori hanno analizzato i meccanismi di funzionamento degli interferoni, proteine capaci di “interferire” con la replicazione dei virus. Il nostro organismo ne produce di diversi tipi, definiti interferoni di tipo uno, due o tre, a seconda della famiglia di appartenenza. Quando un virus delle vie respiratorie, come il SARS-CoV-2, infetta il nostro organismo, alcuni di questi interferoni vengono prodotti per combatterlo.
#Covid19: cosa rivelano Tac e radiografia sull’infezione
22 Giu 2020 Scritto da Policlinico di Milano
L’infezione da Coronavirus colpisce le vie respiratorie e la polmonite è una delle sue complicazioni principali. Una Tac o una radiografia possono dare informazioni utili per la diagnosi di Covid-19?
L’abbiamo chiesto a Valentina Vespro, medico radiologo del Policlinico di Milano esperto in radiologia toracica.
- È possibile individuare il virus tramite radiografia o Tac del torace?
L’imaging radiologico non rappresenta un criterio diagnostico per l’infezione da Coronavirus (Sars-Cov2), ma è in grado di evidenziare l’eventuale polmonite che ad essa si può associare, in tal caso infatti è possibile vedere alla radiografia o alla TC una opacità, definita addensamento. Questo è un segno di possibile polmonite Covid-19 dovuta all’infezione in corso che dovrà essere confermata con il tampone. Per questo motivo una RX o una TC del torace negativi, cioè senza un addensamento a livello polmonare, non possono escludere a priori l’infezione da Sars-Cov2.
Dalla nostra esperienza e dai dati pubblicati fino ad ora dalla letteratura mondiale, si può dire che le alterazioni evidenziate dalla TC per le loro peculiarità (pattern radiologico) e per la loro distribuzione all’interno dei polmoni sono abbastanza caratteristiche di questo tipo di infezione.
- Cosa avviene a livello dei polmoni dei pazienti Covid-19?
Nel caso in cui l’infezione da Coronavirus colpisca i polmoni, si è notata una correlazione diretta tra evoluzione del quadro radiologico e lo stato di salute del paziente (situazione clinica).
Nei primi 4 giorni (fase iniziale) la radiografia è caratterizzata da addensamenti sfumati, nella parte inferiore dei polmoni. Dal 5° all’8° giorno, si può assistere ad un peggioramento clinico del paziente che presenterà tosse e difficoltà respiratoria (dispnea ingravescente). L’RX mostrerà una maggiore estensione degli addensamenti a livello polmonare: nella radiografia i polmoni appariranno, per così dire, sempre più ‘bianchi’.
Lo studio di queste alterazioni polmonari con TC ad alta risoluzione ha mostrato che inizialmente viene coinvolto l’interstizio intralobulare (cioè il tessuto che riveste gli alveoli) e con il progredire della malattia si diffondono nello spazio ‘cavo’ dell’alveolo*, determinano un danno alveolare diffuso.
Covid-19, il gruppo sanguigno A aumenta la probabilità di avere sintomi più gravi
19 Giu 2020 Scritto da Policlinico di Milano
La conferma in uno studio internazionale guidato in Italia dal Policlinico di Milano pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine. I pazienti con gruppo 0, invece, sembrano più protetti dagli effetti del coronavirus. La ricerca, effettuata su pazienti italiani e spagnoli, permetterà di prevedere su quali persone sono più probabili eventuali complicazioni e migliorerà le strategie per la prevenzione, per trattamenti mirati e per vaccini più efficaci.
Le persone con il gruppo sanguigno A hanno maggiori probabilità di sviluppare sintomi più gravi di Covid-19. A confermarlo è una ricerca scientifica internazionale pubblicata sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine che ha coinvolto centri di ricerca italiani, norvegesi, tedeschi e spagnoli. In Italia lo studio è stato coordinato dal Policlinico di Milano e ha coinvolto anche l'Istituto Clinico Humanitas e l'Ospedale San Gerardo di Monza. Gli scienziati hanno preso in esame 1.600 pazienti di Italia e Spagna, i due Paesi più colpiti dall'emergenza coronavirus, scoprendo tra le altre cose che il gruppo sanguigno 0 sarebbe associato a sintomi più lievi: informazioni preziose, che consentiranno ai medici di prevedere per tempo eventuali complicazioni e che potranno migliorare le possibilità di cura sui pazienti positivi al virus Sars-CoV-2.
Il Super-archivio Milano-Bicocca alla base degli studi genetici sui pazienti Covid-19
19 Giu 2020 Scritto da Università di Milano Bicocca
Il progetto “STORM, STudio OsseRvazionale sulla storia naturale dei pazienti ospedalizzati per Sars-Cov-2” alla base di una importante ricerca pubblicata oggi sul New England Journal of Medicine, la più importante rivista medico-scientifica del mondo (DOI: https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2020283). Frutto di una collaborazione internazionale tra centri di ricerca clinica italiani e spagnoli – Italia e Spagna, sono due tra le nazioni più colpite duramente dall’emergenza COVID-19 – e genetisti tedeschi e norvegesi. Tra questi l’Università di Milano-Bicocca, in sinergia con l’ASST di Monza, ha avuto un ruolo fondamentale contribuendo con STORM, il super-archivio dei dati clinici, diagnostici, terapeutici e dei campioni biologici relativi ai pazienti COVID-19 ricoverati presso l'Ospedale San Gerardo di Monza e presso l'Ospedale di Desio, coordinato da Paolo Bonfanti, professore associato di Malattie Infettive.
Covid: bassa la trasmissione del virus attraverso le lacrime dei bambini
17 Giu 2020 Scritto da Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Lo studio, pubblicato sul Journal of American Association for Pediatric Ophthalmology and Strabismus, è il primo di oftalmologia pediatrica sul Coronavirus
Il rischio di contagio attraverso le lacrime dei bambini esiste ma è molto basso. Lo dimostra uno studio del Bambino Gesù pubblicato sulla rivista scientifica Journal of American Association for Pediatric Ophthalmology and Strabismus. La ricerca è stata condotta tra marzo e aprile nei bambini ricoverati presso il Centro Covid di Palidoro. È la prima pubblicazione internazionale in campo oftalmologico dedicata al Coronavirus in età pediatrica.
COVID-19, CARDIOLOGI INTERVENTISTI: FASE 3, INVESTIRE SULLE PROCEDURE SALVAVITA PER EVITARE AI PAZIENTI RIANIMAZIONE E RIABILITAZIONE
17 Giu 2020 Scritto da Comunicato Medinews
Il Presidente GISE Giuseppe Tarantini: “Con l’epidemia c’è stato un crollo degli accessi, dovuto alla paura dei cittadini, ma anche alla riorganizzazione degli ospedali. Dobbiamo ripartire dalle Regioni per offrire subito e in maniera omogenea i dispositivi medici più innovativi. Così riduciamo le liste d’attesa”.
Roma, 17 giugno 2020 – “Dobbiamo lavorare ad una nuova fase, investendo nel recupero degli interventi salvavita, per evitare ai pazienti con gravi patologie cardiovascolari di allungare ulteriormente il tempo di attesa. Ripartiamo dal confronto con Governo e Regioni per discutere, partendo dai dati, potenziali soluzioni da offrire su tutto il territorio nazionale, ridurre le liste d’attesa e aumentare la qualità della vita delle persone”. Questo il messaggio di Giuseppe Tarantini, Presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica alla vigilia del Thinkheart 2020, il convegno che il GISE (già Gruppo Italiano Studi Emodinamici) dedica ai dati di attività di cardiologia diagnostica e interventistica.
#Covid-19, uno studio internazionale per misurare l'impatto della pandemia sulla salute fisica e mentale
15 Giu 2020 Scritto da Policlinico di Milano
Misurare l'impatto che la pandemia da Covid-19 ha avuto sulla salute fisica e mentale della popolazione generale, così come sugli operatori sanitari che hanno fronteggiato l'emergenza. E' lo scopo di COH-FIT, uno studio internazionale che coinvolge oltre 200 ricercatori provenienti da più di 30 Paesi del Mondo, e che ha come partner anche il Policlinico di Milano.
L'obiettivo di COH-FIT è quello di raccogliere informazioni da oltre 200 mila persone in oltre 40 Paesi, tramite la compilazione di un questionario online completamente anonimo a cui chiunque può accedere tramite il sito dedicato www.coh-fit.com.
"Lo scopo del progetto COH-FIT - spiega Paolo Brambilla, direttore della Psichiatria del Policlinico di Milano e referente del progetto - è quello di stabilire quale sia l'impatto della pandemia da Covid-19, e delle conseguenti misure di restrizione, sulla salute mentale e sul benessere psicologico nella popolazione generale. Tramite il sito online, lo studio è facilmente accessibile da chiunque abbia uno smartphone ed è completamente anonimo e sicuro. La raccolta e analisi di questi dati è di fondamentale importanza poiché permetterà di sviluppare campagne di prevenzione e sostegno relativamente alle problematiche psicologiche e psichiatriche dovute alla pandemia e al confinamento sociale".
Colpi di calore, bambini sotto i 2 anni più a rischio. Come prevenirli? Lo chiediamo all’esperto
15 Giu 2020 Scritto da Policlinico di Milano - Valentina Meschia
Con l’arrivo dell’estate e l’innalzamento delle temperature, il nostro organismo ha l’importante compito di mantenere costante la temperatura corporea: e per farlo mette in pratica la termoregolazione.
Può accadere però che questo sistema di regolazione non funzioni correttamente, ad esempio in persone più “fragili” come gli anziani o i bambini, oppure quando vi è un elevato tasso di umidità. Se la termoregolazione si blocca, si può creare un accumulo di calore che causa un innalzamento improvviso della temperatura corporea, condizione definita come colpo di calore.
In Italia, nel periodo estivo, sul sito del Ministero della Salute è presente un bollettino giornaliero che mostra attraverso differenti colorazioni i livelli di rischio delle ondate di calore in molte città italiane per fornire a tutti i cittadini una “mappa del caldo” che consenta di affrontare nella maniera più adeguata e sicura le giornate estive.
Colpi di calore e bambini
I bambini, soprattutto sotto i 2 anni di età, sono più soggetti al colpo di calore in quanto la ridotta superficie corporea e lo strato sottocutaneo (che ha un’azione simile a un isolante) rendono difficile la dispersione del calore e il normale meccanismo di termoregolazione.

