Arriva l’estate e cresce l’attenzione per la pelle, per la sua protezione dal sole e per il suo aspetto estetico. Tutti ormai sanno che i raggi del sole possono avere effetti positivi e negativi: l’esposizione al sole aiuta a “fissare” il calcio nelle ossa, ma non è consigliato stare al sole per tempi prolungati e nelle ore più calde. Non tutti sono però consapevoli della grande importanza che le abitudini alimentari possono avere nel mantenere la pelle sana e “giovane”.
Un maggiore consumo di frutta, verdura ed acqua giova molto all’estetica della pelle conferendole colore (sfumature rosse e gialle) e tonicità. L’apporto di carotenoidi (contenuti principalmente in frutta e ortaggi di colore giallo-arancio, ma anche in fegato, uova, latte e latticini) è associato a una tonalità più gialla della pelle, esteticamente piacevole. L’introduzione di vitamine combatte l’invecchiamento della pelle e l’idratazione la mantiene elastica e morbida (si veda anche la recente pubblicazione sul rapporto tra alimentazione ed estetica, “You are what you eat”, apparsa sulla nota rivista scientifica americana PLoS ONE),
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Frutta, verdura ed acqua per avere una pelle piu’ bella d’estate
12 Giu 2020 Scritto da Comunicato Ogp
"Covid19: il lockdown con la riduzione della mobilità ha funzionato"
12 Giu 2020 Scritto da Università di Pisa
La conferma da uno studio condotto dal KDD-Lab un laboratorio congiunto tra Cnr-Isti ed Unipi, e si è basato sul tracciamento anonimo dei dati telefonici
Il KDD-Lab, laboratorio congiunto tra Cnr e Università di Pisa, insieme con WINDTRE, l’Istituto Superiore di Sanità, la Fondazione Bruno Kessler e altri centri di ricerca italiani ed internazionali, ha analizzato la relazione tra la mobilità dei cittadini e la diffusione del COVID-19, nel periodo da Gennaio a Maggio 2020, in tutte le regioni italiane. In particolare, il team di scienziati ha confrontato la riduzione dei flussi di mobilità, stimati da dati telefonici anonimizzati, e l’evoluzione dell’Rt, il numero medio di infezioni generate da un individuo infetto, stimato retrospettivamente.
“Questo studio, condotto nell’ambito delle attività della task force COVID-19 “data-driven” del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione - dice Dino Pedreschi dell’Università di Pisa - dimostra l’importanza dei big data sulla mobilità umana per affinare la nostra comprensione della dinamica delle epidemie”.
“L’analisi di questi dati - aggiunge Fosca Giannotti dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’ Informazione (Cnr-Isti) - consente di ragionare sull'efficacia delle scelte politiche circa gli interventi di contenimento, aiutando le autorità sanitarie regionali e centrali a monitorare l'epidemia man mano che la situazione evolverà, nei prossimi mesi”.

La notizia è confermata da uno studio svolto dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e pubblicato su Brain, Behavior & Immunity lo scorso 19 Maggio.
Da una ricerca svolta interamente all’interno dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, arriva la conferma del fatto che il Coronavirus, oltre alle vie respiratorie, è in grado di attaccare anche il sistema nervoso. Lo studio, recentemente pubblicato su Brain, Behavior & Immunity, ha avuto lo scopo di censire e valutare prospetticamente i sintomi neurologici soggettivi lamentati da pazienti affetti da malattia di Coronavirus 2019 (COVID-19).
Frutto della collaborazione scientifica tra la neurologia, le malattie infettive, le malattie respiratorie e la malattia del lavoro del Policlinico Tor Vergata, il lavoro, dal titolo Subjective Neurological Symptoms Frequently Occur in Patients With SARS-CoV2 Infection porta le firme di un ampio pool di medici e ricercatori: Claudio Liguori, Mariangela Pierantozzi, Matteo Spanetta, Loredana Sarmati, Novella Cesta, Marco Iannetta, Josuel Ora, Grazia Genga Mina, Ermanno Puxeddu, Ottavia Balbi, Gabriella Pezzuto, Andrea Magrini, Paola Rogliani, Massimo Andreoni, Nicola Biagio Mercuri.
Ipermemoria: nel cervello di “chi non dimentica” svelato il meccanismo che ordina la memoria
09 Giu 2020 Scritto da Università La Sapienza di Roma
Un nuovo studio italiano, coordinato dal Dipartimento di Fisiologia e farmacologia Vittorio Erspamer della Sapienza rivela l'esistenza di un'area cerebrale che permette alle persone dotate di ipermemoria autobiografica di "datare" i ricordi. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Cortex
Un nuovo studio interamente italiano e pubblicato sulla rivista Cortex ha rilevato cosa rende il cervello degli individui “ipermemori” capace di ricordare anche i più piccoli dettagli di ogni giorno della loro vita. Grazie all’analisi di questi individui sono state identificate le aree del cervello specificamente deputate a dare una dimensione temporale ai ricordi, organizzando quelle informazioni che nelle persone comuni restano memorie indistinte e sfocate.
COVID-19: meno albumina, più rischio trombotico
08 Giu 2020 Scritto da Università La Sapienza di Roma
Un nuovo studio della Sapienza e del Policlinico Umberto I di Roma fornisce per la prima volta una interpretazione del rischio trombotico nei pazienti Covid-19, aprendo la strada a una identificazione precoce dei soggetti ad alto rischio e a nuove prospettive terapeutiche
Eruzioni cutanee, gambe gonfie, cateteri ostruiti e morte improvvisa. La “tempesta” di coaguli di sangue è una complicazione letale in una buona percentuale di coloro che si ammalano gravemente di COVID-19.
Alcuni studi stanno iniziando a chiarire i meccanismi alla base di questa correlazione, ma fino a oggi la strategia terapeutica giusta per una guarigione era ancora lontana.
Ricercatori di Milano-Bicocca identificano il meccanismo che causa trombosi vascolari nei pazienti infettati da COVID-19
05 Giu 2020 Scritto da Università degli studi di Milano Bicocca
Una scoperta tutta italiana, e più precisamente fatta da ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca permette di fare un importante progresso nelle nostre conoscenze su COVID-19. Il lavoro è stato accettato il 26 Maggio dalla rivista Americal Journal of Hematology ed è già disponibile sul sito della rivista (DOI: https://doi.org/10.1002/ajh.25882).
«Sapevamo che l’infezione con COVID-19 determina una grande propensione a sviluppare trombosi venose e arteriose anche mortali in una percentuale di pazienti che arriva fino al 50% - afferma Carlo Gambacorti-Passerini, professore di Ematologia e direttore della Clinica Ematologica dell’Università, sita presso l’Ospedale San Gerardo di Monza -Rimaneva però ignoto cosa causasse questo fenomeno».I ricercatori si sono concentrati su un marcatore chiamato sFlt1, prodotto quasi esclusivamente dalle cellule endoteliali, quelle cioè che tappezzano la superficie interna dei vasi e che hanno il compito di evitare l’innesco della coagulazione. I valori di sFlt1 e in particolare il rapporto tra sFlt1 e PlGF (un fattore di crescita per le cellule endoteliali) si innalzano fino a 5 volte durante il ricovero dei pazienti.
A Niguarda trapianto con il cuore mantenuto battente e vitale per 6 ore dopo il prelievo. Intervento salva-vita per un paziente di 45 anni
05 Giu 2020 Scritto da Comunicato Niguarda Milano
Grazie ad un sistema portatile per la circolazione extracorporea- usato solo in 3 centri in Italia- è stato possibile prolungare la conservazione dell’organo prelevato in attesa dell’esito di esami istologici imprevisti ma necessari per confermare l’idoneità al trapianto. 7 trapianti di cuore a Niguarda da inizio anno di cui 4 nei mesi dell’emergenza Covid19.
A Niguarda è stato realizzato un trapianto cardiaco con l'utilizzo di un macchinario speciale dedicato al trasporto del cuore (disponibile solo in 3 centri in Italia) e che permette di allungare i tempi di permanenza dell'organo fuori dal corpo. L'allungamento dalle 4 ore consuete alle 6, come è successo in questo caso, ha permesso al laboratorio dell'Anatomia Patologica di completare tutta una serie di analisi necessarie e impreviste per cui si è ottenuto il via libera all'utilizzo dell'organo. “Questo “bonus” di 2 ore in più ci ha permesso di utilizzare l'organo resosi disponibile presso l'ospedale di Varese. Al momento del prelievo, infatti, ci si è accorti della presenza di un nodulo sospetto per tumore nel polmone del donatore - spiega Claudio Russo, Direttore della Cardiochirurgia-. Il che se confermato, avrebbe impedito il trapianto.

L’alimentazione può essere utile a combattere la depressione. Fornendo al proprio corpo più calorie, e quindi più energia, oppure alimenti che stabilizzano il livello di zucchero nel sangue e stimolano i neurotrasmettitori cerebrali.
Uno studio dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano ha indagato le abitudini alimentari di 500 persone, confrontandole con i parametri stabiliti dai nutrizionisti dell’Osservatorio per combattere la depressione, un male sempre più diffuso nella nostra società, e fornito dei consigli pratici.
Ne soffrono circa 15 persone su 100. Il disturbo depressivo può colpire chiunque a qualunque età, ma è più frequente tra i 25 e i 44 anni ed è due volte più comune nelle donne adolescenti e nelle adulte. Secondo uno studio ESEMeD (European Study of the Epidemiology of mental Disorders) in Italia la prevalenza della depressione maggiore e della distimia (disturbo dell’umore) è del 4,5 % dopo i 65 anni, mentre l’età adulta è sicuramente la più a rischio, con una percentuale del 10%.
Lo studio dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano (OGP) ha analizzato in modo accurato le abitudini alimentari di 500 persone tra i 18-55 anni, utilizzando un software che permette di calcolare l’intake calorico e di macro e micro nutrienti, di vitamine e di minerali.
Danni alla tiroide provocati dal coronavirus, studio documenta il primo caso al mondo
03 Giu 2020 Scritto da Università di Pisa
La ricerca degli endocrinologi dell’Università di Pisa dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana pubblicata Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism
Uno studio degli endocrinologi dell’Università di Pisa dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana ha documentato il primo caso al mondo di tiroidite subacuta provocato dal coronavirus.
Il lavoro pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, rivista della Società americana di endocrinologia ha come primo autore Alessandro Brancatella, medico specialista in endocrinologia e dottorando di ricerca, insieme alla biologa Debora Ricci, agli specializzandi Nicola Viola e Daniele Sgrò, a Ferruccio Santini, professore associato di endocrinologia e direttore dell’unità operativa Endocrinologia 1, e a Francesco Latrofa, professore associato di endocrinologia.
Un consorzio internazionale di laboratori di ricerca per combattere la pandemia
03 Giu 2020 Scritto da Università degli studi di Torino
Oltre 220 centri di ricerca nel mondo, di cui 15 in Italia, impegnati nello sviluppo di attività sperimentali sul Covid-19 utilizzando la spettrometria di massa
Ad Aprile 2020 è nata la “COVID-19 Mass Spectrometry Coalition”, un consorzio internazionale di più di 220 laboratori di spettrometria di massa (MS), ovvero la più potente e diffusa tecnica analitica usata nella ricerca biomedica, la diagnostica e lo sviluppo di farmaci. Questi laboratori, che afferiscono ai maggiori centri di ricerca e Università del mondo, sono coordinati dall’IMaSS, società scientifica indipendente a carattere divulgativo che ha come obiettivo primario la promozione dell'attività di ricerca nel campo della spettrometria di massa.

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