Un RNA non codificante regola la resilienza delle cellule del medulloblastoma

Francesco Defler 15 Dic 2025


 

Una ricerca congiunta tra Cnr-Ibpm, Sapienza Università di Roma e il Center for Life Nano- & Neuro-Science dell’IIT ha identificato una cruciale molecola di RNA non codificante che gioca un ruolo centrale nel sostenere la vitalità delle cellule cancerose nel medulloblastoma di gruppo 3, la variante più aggressiva dei tumori cerebrali pediatrici del cervelletto. I risultati di questa indagine sono stati pubblicati sulla rivista Cell Death & Disease.

LncMB3: Un Fattore Anti-Morte Cellulare nel Tumore Pediatrico
L'Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Ibpm) ha coordinato uno studio che ha portato alla caratterizzazione di uno specifico RNA non codificante lungo (lncRNA). Questo particolare tipo di RNA, che non produce proteine, è risultato fondamentale per la sopravvivenza delle cellule maligne nel medulloblastoma di gruppo 3.

Questo lavoro, pubblicato su Cell Death & Disease, si inserisce nel campo emergente delle terapie basate sull'RNA, un settore chiave della medicina di precisione, ed è stato sostenuto anche dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per lo Sviluppo di Terapia Genica e Farmaci con Tecnologia a RNA.

La ricerca, coordinata da Pietro Laneve (Cnr-Ibpm), è frutto di una collaborazione multidisciplinare che ha coinvolto anche il gruppo della Sapienza Università di Roma guidato dall’esperta di lncRNA Monica Ballarino, e specialisti del Center for Life Nano- & Neuro-Science dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

Il dottor Laneve ha chiarito: "La nostra scoperta evidenzia che questa molecola, che abbiamo chiamato lncMB3, funziona come un potente scudo anti-apoptotico, bloccando di fatto il processo di morte programmata delle cellule tumorali". Egli ha proseguito spiegando che lncMB3 "interagisce con partner funzionali specifici, consentendole di 'pilotare' il destino cellulare alterando l'espressione di geni essenziali per l'equilibrio tra la moltiplicazione cellulare e l'apoptosi, inclusi geni noti come 'motori' (driver) del medulloblastoma di gruppo 3".

Implicazioni Terapeutiche: Sfruttare la Nanotecnologia
Lo studio non si ferma alla biologia di base, ma propone anche promettenti applicazioni cliniche. "Inattivando lncMB3 nelle cellule tumorali, si scatenano meccanismi di apoptosi e si verifica una netta riduzione della vitalità cellulare. Questi effetti sono notevolmente potenziati quando combinati con farmaci chemioterapici come il cisplatino, come dimostrato in collaborazione con Daniela Trisciuoglio (Cnr-Ibpm)," ha aggiunto Laneve.

Una potenziale strategia futura per contrastare questo tumore consiste nell’utilizzare nanovettori di ferritina umana, messi a punto da Elisabetta Falvo e Pierpaolo Ceci (Cnr-Ibpm). Questi vettori si sono dimostrati efficaci nel recapitare alle cellule di medulloblastoma delle molecole capaci di antagonizzare lncMB3.

L'inibizione mirata di lncMB3 potrebbe così inaugurare percorsi terapeutici che uniscono la biologia dell'RNA con le nanotecnologie. "Stiamo lavorando al perfezionamento di potenziali agenti terapeutici da sottoporre a test in vivo in modelli preclinici," ha concluso il ricercatore. "Il medulloblastoma di gruppo 3, con la sua elevata tendenza a recidive e metastasi, rappresenta una delle sfide più difficili della neuro-oncologia pediatrica. L'identificazione di lncMB3 e la comprensione del suo meccanismo d'azione offrono una nuova chiave di lettura per la malattia e aprono la strada a trattamenti più selettivi e meno tossici, focalizzati sull'interferenza con RNA non codificanti patologici".

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