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Mercoledì, 03 Settembre 2025


Un team di ricercatori italiani del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Napoli e del TIGEM (Istituto Telethon di Genetica e Medicina) di Pozzuoli ha messo a punto una tecnica innovativa che potrebbe rivoluzionare lo studio e la cura delle malattie da accumulo lisosomiale. La ricerca, pubblicata su ACS Nano, descrive come per la prima volta è stato possibile analizzare in 3D i lisosomi, gli "organi digestivi" delle cellule, senza usare marcatori fluorescenti.

Pubblicato in Medicina

 

 Welwitschia mirabilis female Guido Donati and the nature guide P.J. Brokkies Breitenbach

Imagine walking across a landscape that time seems to have forgotten, a place where life defies all logic and every form of existence tells a story spanning millennia. We aren't talking about ancient ruins, but a botanical kingdom that manifests in one of its most enigmatic and fascinating expressions: the Namib Desert. Here, in this vast and unforgiving African landscape, lies a living monument to adaptation and persistence: the Welwitschia mirabilis J.D. Hooker 1862. A trip to Namibia is not complete without a respectful encounter with this extraordinary plant, a true "living fossil" that prompts us to reflect on the nature of life itself and its incredible ability to thrive against all odds.

Pubblicato in Scienceonline

 Welwitschia mirabilis female Guido Donati and the nature guide P.J. Brokkies Breitenbach

 

Immaginate di camminare su un paesaggio che il tempo sembra aver dimenticato, un luogo dove la vita sfida ogni logica e dove ogni forma di esistenza racconta una storia millenaria. Non stiamo parlando di rovine antiche, ma di un regno vegetale che si manifesta in una delle sue espressioni più enigmatiche e affascinanti: il Deserto del Namib. Qui, in questo vasto e implacabile scenario africano, risiede un monumento vivente all'adattamento e alla persistenza: la Welwitschia mirabilis J.D. Hooker 1862. Un viaggio in Namibia non è completo senza un incontro rispettoso con questa straordinaria pianta, un vero "fossile vivente" che ci interroga sulla natura della vita stessa e sulla sua incredibile capacità di prosperare contro ogni probabilità.


Un team di ricercatori italiani ha gettato nuova luce sulla peculiare morfologia cranio-facciale dei Neanderthal. Lo studio, pubblicato su "Evolutionary Anthropology", suggerisce che le caratteristiche distintive di questi nostri "cugini" estinti, come il viso sporgente e la fronte sfuggente, potrebbero derivare da un adattamento iniziale del tratto cervicale, ovvero del collo.

Un ritratto del nostro "fratello perduto"
I Neanderthal (Homo neanderthalensis) sono la prima specie umana estinta ad essere stata scoperta e, grazie a numerosi fossili, sappiamo molto del loro stile di vita e del loro aspetto. Erano esseri umani robusti, con un cervello grande e una cultura complessa. Tuttavia, la loro anatomia era molto diversa dalla nostra: avevano una struttura del corpo tarchiata, adatta a climi glaciali, e una testa dalla forma unica, con un cranio basso e allungato, grandi arcate sopracciliari e un naso prominente.

Pubblicato in Paleontologia



Abstract

This article explores the Akan civilization of West Africa through its system of gold weights (abrammoo), a treasure that transcends its material value. The analysis focuses on the dual function of these objects, which acted as both instruments of commerce and a complex visual language. It is illustrated how each weight embodied a proverb or a philosophical principle, serving as a tool of law and social justice. The article also examines the weights' role as a symbol of status and lineage and explores their fascinating connections with ancient African scripts and universal symbols, such as the swastika, offering an interpretation that deviates from conventional narratives.

Pubblicato in Scienceonline
Mercoledì, 03 Settembre 2025 08:14

I pesi Akan: un viaggio nel regno della saggezza

 


Il presente articolo esplora la civiltà Akan dell'Africa occidentale attraverso il suo sistema di pesi per l'oro (abrammoo), un tesoro che trascende il suo valore materiale. L'analisi si concentra sulla doppia funzione di questi oggetti, che agivano sia come strumenti di commercio che come un complesso linguaggio visivo. Viene illustrato come ogni peso incarnasse un proverbio o un principio filosofico, fungendo da strumento di legge e di giustizia sociale. L'articolo esamina inoltre il ruolo dei pesi come simbolo di status e di lignaggio e ne esplora le affascinanti connessioni con antiche scritture africane e simboli universali, come la svastica, offrendo un'interpretazione che si discosta dalle narrative convenzionali.

Pubblicato in Scienza generale

 

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