Il Conto Teorico: Partendo dal presupposto (prudenziale) che un albero adulto possa coprire il fabbisogno di ossigeno di 10 persone, l'abbattimento di oltre 13.000 esemplari negli ultimi anni comporta un danno teorico legato alla minore produzione di ossigeno per 130.000 persone, pari a circa il 4,7% della popolazione romana. E questo è solo il dato sull'ossigeno.
La Doppia Beffa della Sostituzione. La promessa di ripiantumazione si scontra con una doppia problematica:
1. Varietà inadeguata e danno paesaggistico. L'uso di varietà a crescita ridotta, come i "Cipressi Totem", offre una massa fogliare, un volume d'ombra e una produzione di ossigeno nettamente inferiori, modificando il paesaggio per decenni.
2. Mancata irrigazione e morte. Il dramma della Capitale è che anche le poche piantine messe a dimora spesso non ricevono acqua a sufficienza, specialmente durante le torride estati romane. Molti nuovi alberi si seccano e muoiono dopo poco tempo, rendendo vana la sostituzione e vanificando i fondi spesi. Questo fallimento è talmente diffuso da costringere spesso i cittadini volontari a prendersi cura autonomamente dell'irrigazione per evitare la morte del giovane patrimonio arboreo.
Aumento dei rischi sanitari. Rimuovere migliaia di filtri naturali dall'aria cittadina contribuisce all'accumulo di inquinanti, rappresentando un fattore di rischio significativo in una città che lotta quotidianamente contro i picchi di smog e l'aumento delle patologie respiratorie e cardiache legate alla cattiva qualità dell'aria.
L'incoerenza ambientale: mezzi privati vs. flotte pubbliche obsolete
La politica ambientale della Capitale sembra navigare in un paradosso critico:

Questa incoerenza mina la credibilità di qualsiasi piano "verde": da un lato si richiede il sacrificio ai cittadini, dall'altro si permette che il servizio pubblico essenziale, per sua natura collettivo, sia un fattore di inquinamento strutturale. La salute dell'aria e dei polmoni dei romani viene così compromessa due volte: sia per la rimozione dei filtri naturali (gli alberi) senza un'efficace sostituzione, sia per la persistenza di fonti di inquinamento ad alta emissione.
Gli abbattimenti seriali di alberi storici, uniti alla negligenza verso la vegetazione bassa e al mantenimento di flotte di trasporto pubblico inquinanti, dipingono un quadro in cui l'interesse della Capitale sembra orientato più verso presunte riqualificazioni estetiche che non tengono in alcun conto la storicità di certe scelte arboree e, di conseguenza, il valore identitario del paesaggio, né della salvaguardia della sua "foresta urbana", un'infrastruttura verde vitale per la salute dei suoi abitanti.
Note:
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