Amiamo l'inquinamento e odiamo alberi e sottobosco? Il conto amaro che paga l'aria di Roma

Guido Donati* 28 Ott 2025



Roma, città celebre per il suo verde secolare e il maestoso skyline disegnato dai Pini e dai Cipressi, sta vivendo una vera e propria "strage silenziosa" del suo patrimonio arboreo. Negli ultimi anni, tra necessità di sicurezza e polemiche sulla trasparenza, la Capitale ha visto l'abbattimento di migliaia di alberi (stime indicano oltre 13.000 esemplari dal 2021 al 2025), un numero che aumenta se si considerano gli alberi classificati come "morti in piedi" o a rischio schianto.
Il culmine di questa ondata di tagli ha colpito persino i simboli vegetali della città:

 

Il silenzio fotosintetico: quanto costa all'aria e alla salute?
L'abbattimento di alberi maturi comporta un grave danno ambientale netto per la qualità dell'aria, che si riflette direttamente sulla salute pubblica, con le malattie respiratorie in costante aumento nei centri urbani.
Produzione di ossigeno e filtro inquinanti. Un singolo albero adulto può produrre ossigeno sufficiente a coprire il fabbisogno annuale di 10 persone. Soprattutto, la capacità di un albero di filtrare inquinanti come le polveri sottili (PM10) è direttamente proporzionale alla sua massa fogliare. Le piante adulte assorbono una quantità di CO2 superiore, arrivando perfino al 31% in più rispetto alle giovani.


Il Conto Teorico: Partendo dal presupposto (prudenziale) che un albero adulto possa coprire il fabbisogno di ossigeno di 10 persone, l'abbattimento di oltre 13.000 esemplari negli ultimi anni comporta un danno teorico legato alla minore produzione di ossigeno per 130.000 persone, pari a circa il 4,7% della popolazione romana. E questo è solo il dato sull'ossigeno.

La Doppia Beffa della Sostituzione. La promessa di ripiantumazione si scontra con una doppia problematica:
1. Varietà inadeguata e danno paesaggistico. L'uso di varietà a crescita ridotta, come i "Cipressi Totem", offre una massa fogliare, un volume d'ombra e una produzione di ossigeno nettamente inferiori, modificando il paesaggio per decenni.
2. Mancata irrigazione e morte. Il dramma della Capitale è che anche le poche piantine messe a dimora spesso non ricevono acqua a sufficienza, specialmente durante le torride estati romane. Molti nuovi alberi si seccano e muoiono dopo poco tempo, rendendo vana la sostituzione e vanificando i fondi spesi. Questo fallimento è talmente diffuso da costringere spesso i cittadini volontari a prendersi cura autonomamente dell'irrigazione per evitare la morte del giovane patrimonio arboreo.
Aumento dei rischi sanitari. Rimuovere migliaia di filtri naturali dall'aria cittadina contribuisce all'accumulo di inquinanti, rappresentando un fattore di rischio significativo in una città che lotta quotidianamente contro i picchi di smog e l'aumento delle patologie respiratorie e cardiache legate alla cattiva qualità dell'aria.

L'incoerenza ambientale: mezzi privati vs. flotte pubbliche obsolete
La politica ambientale della Capitale sembra navigare in un paradosso critico:

 

 


Questa incoerenza mina la credibilità di qualsiasi piano "verde": da un lato si richiede il sacrificio ai cittadini, dall'altro si permette che il servizio pubblico essenziale, per sua natura collettivo, sia un fattore di inquinamento strutturale. La salute dell'aria e dei polmoni dei romani viene così compromessa due volte: sia per la rimozione dei filtri naturali (gli alberi) senza un'efficace sostituzione, sia per la persistenza di fonti di inquinamento ad alta emissione.
Gli abbattimenti seriali di alberi storici, uniti alla negligenza verso la vegetazione bassa e al mantenimento di flotte di trasporto pubblico inquinanti, dipingono un quadro in cui l'interesse della Capitale sembra orientato più verso presunte riqualificazioni estetiche che non tengono in alcun conto la storicità di certe scelte arboree e, di conseguenza, il valore identitario del paesaggio, né della salvaguardia della sua "foresta urbana", un'infrastruttura verde vitale per la salute dei suoi abitanti.

Note:
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Masneri M. 2025 07 ott L'impero delle motoseghe: il modello Roma e il mausoleo di Augusto senza verde (verticale) Il Foglio

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Buzzelli A. e Zanchi M. 19 giugno 2025 Ecco il verde di Gualtieri: alberi secchi e prati aridi nelle piazze del Giubileo Il Tempo

Tamburrano D. 2025, 4 lug. Alberi secchi a Roma, i morti in piedi dei restyling voluti da Gualtieri

Ultima modifica il Martedì, 28 Ottobre 2025 10:03
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