Elvira Notari, Beyond the Silence: The First to Use Cinematography to Denounce Violence Against Women

Thanks to the tireless work of Valerio Ciriaci and his staff, the figure of Elvira Notari—the first Italian female director and one of the first in the world—has finally been rescued from oblivion. Their film, Elvira Notari. Oltre il silenzio (Beyond the Silence), is not just a tribute to the history of the seventh art, but a fundamental act of recovery that restores her as the forerunner of social denunciation in Italy.
Notari, active at the beginning of the twentieth century (early 1900s), did not use political slogans or feminist manifestos, but became a spokesperson for the women of the working class through the power of cinematic melodrama. Her legacy reveals that, long before the concept of 'violence against women' was formalized internationally, there was already someone who, with a simple, artisanal camera, documented its tragic daily reality, acting as a true originator of cinematic realism in our country.
Elvira Notari, Oltre il Silenzio: la prima ad utilizzare la cinematografia per denunciare la violenza contro le donne

"Grazie al lavoro instancabile di Valerio Ciriaci e del suo staff, la figura di Elvira Notari — la prima regista italiana e una delle prime al mondo — è stata finalmente strappata all'oblio. Il loro film, Elvira Notari. Oltre il silenzio, non è solo un omaggio alla storia della settima arte, ma un atto di recupero fondamentale che ci restituisce l'antesignana della denuncia sociale in Italia.
La Notari, attiva all'inizio del Novecento, non utilizzò slogan politici o manifesti femministi, ma si fece portavoce delle donne del popolo attraverso la potenza del melodramma cinematografico. Il suo lascito ci rivela che, ben prima che il concetto di 'violenza contro le donne' venisse formalizzato a livello internazionale, c'era già chi, con una macchina da presa artigianale, ne documentava la tragica quotidianità, agendo come vera capostipite del realismo cinematografico nel nostro Paese."
Do We Love Pollution and Hate Trees and Undergrowth? The Bitter Price Paid by Rome’s Air

Rome, a city famous for its secular greenery and the majestic skyline shaped by its Pines and Cypresses, is experiencing a veritable "silent massacre" of its tree heritage. In recent years, amidst safety necessities and controversy over transparency, the Capital has seen the felling of thousands of trees (estimates indicate over 13,000 specimens from 2021 to 2025), a number that increases when considering the trees classified as "dead standing" or at risk of collapse.
The peak of this wave of cuts has struck even the city’s vegetative symbols:


Amiamo l'inquinamento e odiamo alberi e sottobosco? Il conto amaro che paga l'aria di Roma

Roma, città celebre per il suo verde secolare e il maestoso skyline disegnato dai Pini e dai Cipressi, sta vivendo una vera e propria "strage silenziosa" del suo patrimonio arboreo. Negli ultimi anni, tra necessità di sicurezza e polemiche sulla trasparenza, la Capitale ha visto l'abbattimento di migliaia di alberi (stime indicano oltre 13.000 esemplari dal 2021 al 2025), un numero che aumenta se si considerano gli alberi classificati come "morti in piedi" o a rischio schianto.
Il culmine di questa ondata di tagli ha colpito persino i simboli vegetali della città:

Il silenzio fotosintetico: quanto costa all'aria e alla salute?
L'abbattimento di alberi maturi comporta un grave danno ambientale netto per la qualità dell'aria, che si riflette direttamente sulla salute pubblica, con le malattie respiratorie in costante aumento nei centri urbani.
Produzione di ossigeno e filtro inquinanti. Un singolo albero adulto può produrre ossigeno sufficiente a coprire il fabbisogno annuale di 10 persone. Soprattutto, la capacità di un albero di filtrare inquinanti come le polveri sottili (PM10) è direttamente proporzionale alla sua massa fogliare. Le piante adulte assorbono una quantità di CO2 superiore, arrivando perfino al 31% in più rispetto alle giovani.
Allerta Climatica: I Mammiferi Desertici a Rischio Crescente per l'Innalzamento delle Temperature

Una ricerca, coordinata da scienziati dell'Università Sapienza di Roma, mette in luce gli effetti dei mutamenti climatici sui mammiferi che popolano i deserti. Lo studio rivela che, già nei prossimi decenni, il riscaldamento globale potrebbe colpire persino le specie più specializzate nel sopravvivere in contesti di estrema siccità e caldo record.
Sebbene la parola "deserto" suggerisca un'area desolata o spopolata, gli habitat desertici custodiscono una frazione rilevante della biodiversità, seppur poco varia, ma eccezionalmente singolare. Esempi di questa fauna unica, che caratterizza i deserti terrestri, includono animali noti come la volpe del deserto, simboli della conservazione come l'orice (un'antilope dell'Africa e del Medio Oriente), e vari piccoli roditori.

