Ottobre 2025

 

Quanto tempo resisteranno i ghiacciai all'aumento delle temperature globali? Non a lungo, secondo un nuovo e allarmante modello.

Un gruppo di ricerca internazionale, guidato dall'austriaco ISTA (Institute of Science and Technology Austria) e con la collaborazione degli italiani Cnr-Isp e Cnr-Irsa, ha sviluppato un modello previsionale per stimare la capacità di "auto-raffreddamento" dei ghiacciai. Questa cruciale funzione mitiga localmente gli effetti del cambiamento climatico, ma è destinata a esaurirsi, accelerando drammaticamente la loro fusione. I risultati dello studio, basati su dati raccolti in 350 stazioni meteo in tutto il mondo, sono stati pubblicati sulla rivista Nature Climate Change.

Pubblicato in Ambiente

Una scoperta inaspettata su Titano, la misteriosa luna di Saturno, sta costringendo gli scienziati a ripensare uno dei principi fondamentali della chimica. Ricercatori dell'Università Chalmers di Tecnologia in Svezia e della NASA hanno dimostrato che nell'ambiente estremamente freddo di Titano, sostanze normalmente incompatibili - molecole polari e non polari - possono mescolarsi e formare strutture cristalline stabili chiamate co-cristalli. Questa violazione della regola "il simile scioglie il simile", un principio che ogni studente di chimica impara nei primi giorni di lezione, non solo amplia la nostra comprensione della chimica in condizioni estreme, ma getta nuova luce sulle origini della vita e sui processi chimici che potrebbero aver portato alla comparsa dei primi organismi sulla Terra primordiale e, forse, su altri mondi ghiacciati del sistema solare.

Pubblicato in Chimica

 

Mangiare patatine fritte, merendine confezionate o bevande zuccherate potrebbe non essere solo una questione di voglia passeggera o mancanza di forza di volontà. Uno studio monumentale condotto su quasi 30.000 persone ha rivelato qualcosa di inquietante: i cibi ultra-processati possono letteralmente ricablare il nostro cervello, modificando la struttura di regioni cerebrali cruciali e innescando un circolo vizioso di abbuffate e dipendenza alimentare. La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Communications Medicine, getta nuova luce sui meccanismi attraverso cui questi alimenti industriali manipolano il nostro comportamento alimentare, e le implicazioni per la salute pubblica sono enormi.

La scoperta che cambia tutto: quando il cibo diventa una droga

Avete mai notato come sia impossibile fermarsi dopo aver aperto un pacchetto di patatine? Oppure come una merendina porti inevitabilmente a volerne un'altra? Non è colpa vostra. Un team internazionale di neuroscienziati dell'Università di Helsinki e del Montreal Neurological Institute della McGill University ha analizzato scansioni cerebrali di circa 30.000 partecipanti provenienti dalla UK Biobank, scoprendo correlazioni sorprendenti tra il consumo frequente di cibi ultra-processati e cambiamenti misurabili nella struttura cerebrale.

Pubblicato in Medicina


Il CNR ha guidato uno studio internazionale che ha rivelato come gli stimoli meccanici ambientali influenzino direttamente l'attività secretoria delle cellule. Questo meccanismo, fondamentale per il rilascio di proteine e la funzionalità dei tessuti, offre nuove chiavi di lettura per il trattamento di tumori e fibrosi. La scoperta è stata pubblicata su Advanced Science.

Il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) ha coordinato una ricerca internazionale che ha svelato in che modo i processi di secrezione cellulare vengono modulati – aumentando o diminuendo – in risposta ai segnali meccanici provenienti dall'ambiente extracellulare circostante.

Tutte le cellule ospitano un sofisticato sistema di trasporto, noto come "apparato secretorio", incaricato di veicolare e distribuire lipidi e proteine sia all'interno che all'esterno della cellula. Lo studio, pubblicato sulla rivista Advanced Science, ha fornito una comprensione più approfondita di questo processo essenziale per la liberazione di proteine e per il mantenimento della corretta funzionalità dei tessuti.

Pubblicato in Medicina


Pubblicato su «Nature Chemistry» lo studio coordinato dal Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Padova che apre la strada alla creazione sostenibile di molecole complesse.

La chimica moderna deve affrontare la sfida di sviluppare processi non solo efficaci, ma anche ecologicamente sostenibili e a basso impatto ambientale. In particolare, è cruciale saper costruire molecole complesse (spesso precursori di nuovi farmaci) senza l'utilizzo di metalli pesanti o sostanze tossiche.

La luce rappresenta una risorsa eccezionale per la chimica: è gratuita, illimitata e capace di innescare reazioni che altrimenti richiederebbero un alto dispendio energetico. Tuttavia, sfruttare pienamente questo potenziale è stato finora complicato, poiché molte molecole organiche reagivano in modi difficilmente controllabili o poco selettivi.

Pubblicato in Chimica

 

Oltre il fungo atomico: una storia che inizia nel 1945

Quando si parla di bombe atomiche, quasi tutti pensano alle devastazioni di Hiroshima e Nagasaki, due città che l’umanità ricorda per l’apocalisse nucleare del 1945. Ma questa catastrofe non rappresenta che l’inizio di una lunga e controversa era: dagli anni Quaranta fino a oggi, più di 2.000 test nucleari sono stati condotti da vari Stati, lasciando dietro di sé profonde ferite ambientali, sociali e geopolitiche.​

Pubblicato in Scienza generale

 

Comprata, venduta e consumata ogni secondo, la sabbia è diventata una risorsa strategica centrale per il nostro modo di vivere e costruire. Dopo l’acqua, è il materiale più richiesto al mondo, strettamente legato a economie, infrastrutture e sviluppo urbano, ma spesso sottovalutata nelle sue implicazioni sociali e ambientali.​

L’oro del 21° secolo tra cemento, vetro e microchip

Nel settore dell’edilizia la sabbia è indispensabile per la produzione di cemento e calcestruzzo, costituisce la base solida degli asfalti e, in forme più elaborate, entra nei processi di lavorazione del vetro e della tecnologia digitale: i microchip. Secondo analisi di mercato, ogni anno nel mondo vengono consumate oltre 50 miliardi di tonnellate di sabbia e ghiaia, e si prevede che la domanda globale di sabbia silicea raggiungerà circa 478 milioni di tonnellate entro il 2030, con l’Asia-Pacifico in testa per crescita e consumo.​

Pubblicato in Tecnologia

 

Un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Università Statale di Milano, ha identificato per la prima volta acqua doppiamente deuterata (D2O, comunemente chiamata “acqua pesante”) all'interno di un disco protoplanetario, la culla di formazione dei pianeti. Il gruppo di studio ha accertato che quest'acqua è più antica della sua stella ospite, V883Ori (situata nella costellazione di Orione). Questa scoperta cruciale suggerisce che anche l’acqua presente sulla Terra e sui corpi celesti del nostro Sistema Solare possa avere origini risalenti a un'epoca precedente al Sole stesso. La ricerca è stata pubblicata su Nature Astronomy.

Pubblicato in Scienza generale

 

The dream of colonizing space or other planets clashes with one of the most fundamental challenges: ensuring human survival. Long-term space missions, whether establishing a lunar base or traveling to Mars, are inherently dependent on the ability to produce food locally. However, a groundbreaking study by Majid Mokhtari and colleagues, published on August 4, 2025, casts an unsettling light on this aspect. The article, titled "Space-driven ROS in cells: a hidden danger to astronaut health and food safety," reveals that growing plants in a space environment, while seemingly a step forward, may harbor an unforeseen and dangerous risk: the excessive production of Reactive Oxygen Species (ROS).

Pubblicato in Scienceonline

 

Il sogno di colonizzare nello spazio o su altri pianeti si scontra con una delle sfide fondamentali: garantire la sopravvivenza umana. Le missioni spaziali a lungo termine, che si tratti di creare una base sulla Luna o del viaggio verso Marte, dipendono intrinsecamente dalla capacità di produrre cibo in loco. Tuttavia, uno studio rivoluzionario di Majid Mokhtari e collaboratori, pubblicato il 4 agosto 2025, getta una luce inquietante su questo aspetto. L'articolo, intitolato "Space-driven ROS in cells: a hidden danger to astronaut health and food safety", rivela che la coltivazione di piante in ambienti spaziali, sebbene apparentemente determini un passo avanti, potrebbe celare un rischio imprevisto e pericoloso: l'eccessiva produzione di Specie Reattive dell'Ossigeno (Reactive Oxygen Species - ROS).

Pubblicato in Astrofisica
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